“Comincia un modo di vivere dove non sentiamo il bisogno di strappare i petali per avere il profumo della rosa” (E. Jennings)

Ma cosa spinge a prendere tale decisione? Perché esporsi all’esperienza dell’accoglienza dell’altro? Perchè decidere di vivere il rischio che l’incontro con l’estraneo sempre porta con sé? Perché portare l’estraneo nell’intimità della propria casa? Perché decidere di donare il proprio tempo e quindi la propria vita alla cura degli altri?

  • Il desiderio di dare e di sentirsi parte di una rete, di una comunità, c’è come un bisogno ‘profondo di coltivare la relazione; per far circolare, per rompere la solitudine, per sentire di fare parte di una catena, sentire che non si è soli e affermare che nessuno può sentirsi solo.
  • Una delle nostre caratteristiche principali come famiglia affidataria è quella di voler generare ma anche di mettersi alla prova, di scompigliare le carte, lasciandosi trasportare dalla corrente che il dono crea.
  • L’affido è un’esperienza carica di emozioni ma soprattutto molto densa di significati.
  • L’affido è difficile, ma dà un senso alla mia vita. Tante difficoltà ma ogni volta ci si rialza tenendo sempre in mente, non le nostre rabbie, le nostre delusioni, le nostre fatiche, ma cosa rappresentiamo noi, famiglia affidataria, per questi bambini : un’ancora.
  • È come se ci dicessimo, non possiamo non fare niente. Abbiamo la responsabilità e il dovere di poter fare qualcosa.
  • La parola che mi piace di più, per definire l’affido, è: custodire, preservare intatto qualcosa di prezioso di cui non si ha la proprietà.
  • Quando si cominciano a conoscere i bambini in affido si capisce che hanno tanti bisogni ma anche tante cose da dare.
  • Come famiglia affidataria sentiamo di prenderci cura non solo del bambino ma anche delle sue (e delle nostre) relazioni. In questo senso laffido diventa per noi un gesto di responsabilità consapevole nei confronti della nostra comunità.
  • Quello che si riceve è più grande del dolore che si sente quando i figli (affidati) se ne vanno.
  • Condivisione, accoglienza, reciprocità, dialogo, cura, gratuità, responsabilità ma anche difficoltà, rischio, conflittualità, fatica, crisi, sensi di colpa, problemi, sono le parole che ricorrono più spesso. Spesso però alla fine di un affido è più quello che ricevi di quello che dai.
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